Tutto il tratto di costa da Mazara del Vallo a Sciacca, ricco di luoghi di notevole interesse naturalistico, si presenta con un paesaggio tipicamente africano caratterizzato dalla presenza delle dune costiere. Queste singolari formazioni di finissima sabbia dorata, dolcemente modellate dalla continua azione erosiva di vento, mare e pioggia, assumono dimensioni eccezionali proprio in prossimitý della splendida spiaggia lunga 5 km che si stende tra Marinella di Selinunte ed il promontorio di Porto Palo di Menfi in provincia di Agrigento. Qui sorge, sin dal 1984, la Riserva Naturale Integrale della foce del fiume Belice.
Ancora salvo da ogni tipo di intervento umano, questo luogo rappresenta una piccola oasi di serenitý ed un vero e proprio concentrato di mare, natura e cultura. Oltre alla spiaggia, lambita da acque limpide che invitano ad una fresca nuotata, meritano particolare attenzione le bellezze naturali della vegetazione dunicola e di un ambiente fluviale integro con un fitto canneto dove nidificano garzette, gallinelle d'acqua e trovano riparo molte specie di migratori acquatici.
Inoltre Selinunte merita una visita per la sua importanza dal punto di vista archeologico. Infatti, all'estremitý occidentale della spiaggia, a pochi passi dalla foce del Belice, si trovano i resti dell'antica Acropoli della cittý greca fondata dai Megaresi nel 650 a.C. Chiamata Selinunte per l'abbondanza nella zona di prezzemolo selvatico, in greco selinos, la colonia divenne ben presto una delle pi˜ potenti della Magna Grecia. In aperto contrasto con la vicina Segesta, fu parzialmente distrutta dai Cartaginesi per poi essere definitivamente rasa al suolo nel 250 a.C. Oggi le sue rovine costituiscono un parco archeologico tra i pi˜ estesi del mondo.
Da Palermo, si percorre l'autostrada A29 sino all'uscita per Castelvetrano (circa 90 km), dalla quale, imboccando una diramazione della S.S. 115 e seguendo le indicazioni, si raggiunge, dopo 15 km circa, il paesino di Marinella di Selinunte. Si prende adesso una stradina costiera (via G. Caboto) che attraversa il paese oppure si seguono i cartelli del Paradise Beach Hotel fino a giungere direttamente alla foce del fiume Belice.
Dopo la visita della riserva si raggiunge in poco tempo l'ingresso della zona archeologica dove si ergono il colossale tempio G ed il tempio E e dove si trova l'Antiquarium (per informazioni 0924/46277).
Poco oltre ecco i resti dell'antica Acropoli posta in cima ad una collina scoscesa sul mare dalla cui sommitý si gode di una bella vista sulle zone adiacenti. Proprio accanto le rovine si trova la valle del Modione, piccolo fiume che sfocia nella spiaggetta facilmente raggiungibile da un sentiero che scende diritto dalla sinistra del maestoso Tempio C.
Dopo la visita del parco archeologico consiglio di raggiungere il vicino baglio settecentesco di Santa Teresa, dove la societý delle Cantine Montalto ha allestito un interessantissimo museo eno-agro-antropologico dove gustare, con modica spesa, i men˜ tipici della cucina trapanese.
In alternativa, ritornando verso Castelvetrano, una breve digressione di 3 km verso la Diga Trinitý ci porterý all'omonimo baglio, dove potremo, se in gruppo, pranzare previa prenotazione e visitare la cappella arabo-normanna della S.S. Trinitý di DËlia. Al ritorno dalla gita si potrý effettuare l'ultima tappa alle Cave di Cusa che si trovano a 3 km da Campobello di Mazara. Da qui vennero tratte le pietre per la costruzione della cittý. Il luogo Ë di grande suggestione perchÈ disseminato di rocchi di colonna abbandonati qui pi˜ di 2000 anni fa e destinati alla costruzione del Tempio G, i cui lavori rimasero interrotti a causa di un probabile assalto dei Cartaginesi a Selinunte.
Situata su di una spianata alta circa 30 metri s. l. m., Selinunte prende il nome dal Selinon , il prezzemolo selvatico. Venne fondata da coloni di Megara Hyblaea guidati dall' ecista Pammilos, nel VII secolo aC. Immigrazioni successive di coloni megaresi sicelioti si ebbero sia negli ultimi decenni del VII sia per tutto il VI secolo fino agli inizi del V. Selinunte tentÚ di fondare delle colonie nella Sicilia occidentale (Eraclea Minoa). Quando, all'inizio del V secolo divampÚ la guerra fra Greci di Sicilia e Cartaginesi, che si concluse con la battaglia di Himera nel 480, Selinunte, stranamente, preferÏ allearsi con Cartagine.
Ebbe numerosi e forti contrasti con Segesta fino al 409, anno della sua distruzione avvenuta proprio ad opera dei Cartaginesi. Selinunte cosÏ si trovÚ sottomessa al dominio dei Punici che la fortificarono e la ricostruirono, nell'area dove prima sorgeva l'acropoli: i resti archeologici presentano un abitato misto, punico e greco. Il dominio cartaginese, durÚ fino alla I guerra punica. Cartagine, per difendersi dagli attacchi romani, decise di concentrare le sue forze a Lylibeo, trasferendovi la popolazione di Selinunte, distruggendone la cittý ed abbandonandola alla rovina. Un violento terremoto, nel secolo X o XI, finÏ forse per ridurre ad un cumulo di rovine i monumenti dell'antica cittý. Nella seconda metý del XVI secolo, la cittý fu riscoperta dallo storico Tommaso Fazello. Nel 1823 gli inglesi intrapresero degli scavi archeologici.
E' in fase di attuazione un vasto programma di studi e di ricerche del parco archeologico e di allestimento museografico.